Alberto Bertone
la Reinvenzione di se stessi
"Negli affari vincono i più tenaci.
La mia ricetta? Comunicazione e perseveranza."
È possibile entrare nel business delle acque minerali partendo da zero e diventare Sant’Anna in soli quindici anni? È possibile, proveniendo dall’edilizia, imparare tutto sulla portata delle tubazioni, i robot industriali, la durezza dell’acqua, le televendite, la logistica decentrata e la sostenibilità, scalando le classifiche dei consumi sotto gli occhi di attonite multinazionali? È possibile che un audace Davide di Cuneo osi pensare in grande, imprimendo un’accelerazione al settore di almeno vent’anni? Sì, è possibile. Incredibilmente possibile.
CHI È ALBERTO BERTONE
Alberto Bertone nasce nel 1966 a Moncalieri. Dopo una formazione manageriale nel gruppo edile del padre Giuseppe, insieme col padre fonda nel 1996 la società per azioni Fonti di Vinadio, di cui oggi è Presidente e titolare. Negli anni precedenti i Bertone avevano cercato di fare acquisizioni nel mondo delle acque minerali, senza successo: da qui la decisione di partire da zero, cioè dalla sorgente. Un sabato mattina, girando in auto con il fuoristrada nel parco di Vinadio, nel cuore delle Alpi Marittime, si imbattono in una cascata alta 20 metri e larga 8. È la folgorazione. Fondano insieme l’azienda, ma ben presto Alberto Bertone prende in mano le redini dell’impresa. Dopo i primi due anni difficili, dà inizio a un’ascesa irresistibile, con tassi di incremento annuo del 100% in una prima fase, e del 25-30% dal 2005 ad oggi, in un mercato maturo in cui i colossi si accontentano di variazioni di pochi punti percentuali. Uno dei meriti principali di Bertone è di pensare in grande e di fare grandi investimenti nell’infrastruttura produttiva. Realizza 90 chilometri di tubazioni. Lo stabilimento di imbottigliamento si sviluppa su un’area di 60mila metri quadrati, l’automazione è spinta, il reparto logistico si avvale di robot a guida laser. Ma c’è anche molta attenzione agli aspetti della sostenibilità: criteri di bioedilizia negli ambienti, lancio della prima bottiglia quadrata in Italia (con il risparmio del 20% del volume e dei costi di trasporto) e, più recentemente, l’adozione della bottiglia biodegradabile in plastica vegetale ricavata dalla fermentazione degli zuccheri delle piante. Nel 2007 Fonti di Vinadio diventa leader in Italia, ed è fra le pochissime realtà nel settore ad essere italiana al 100% (e pensare che all’inizio la grande distribuzione non voleva le sue bottiglie nemmeno gratis!). Nello stesso anno diventa membro del consiglio di indirizzo della Fondazione CRT e vince il Premio Imprenditore dell’anno Ernest & Young nella categoria Communication. Oggi la sua azienda fattura 180 milioni di euro con solo 70 dipendenti, commercializza ogni anno nei paesi UE 750 milioni di bottiglie: una media di una bottiglia per ogni abitante in Europa.