fondazionepaoletti
15 feb 2022Tempo di lettura: 2 min
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“Molti difetti degli italiani, si trasformano in pregi. La furbizia si è anche trasformata in virtù, perché il fatto di saperla lunga, ha aiutato gli italiani a sopravvivere in Italia.”
È sicuramente uno dei volti più noti dell’informazione italiana. Un inviato che ha reso il collegamento giornalistico un diletto, un piacere che affiora successivamente. Un uomo che ama raccontare, ma lo fa con un’ironia sottile, che a pochi riesce. Un professionista dallo stile graffiante e garbato che ha saputo umanizzare la corona inglese e renderci Londra una città più vicina di quanto pensassimo. Uno stile inconfondibile, divertito, a cui non vorremmo mai rinunciare.
Antonio Caprarica nasce a Lecce nel 1951. Si laurea in filosofia a La Sapienza con una tesi sul rapporto tra etica ed economia di Adam Smith. Si affaccia al giornalismo facendo il redattore sindacale del settimanale Mondo Nuovo passando velocemente alla cronaca romana e successivamente alla politica interna su l’Unità.
Nel 1989 è condirettore del quotidiano romano Paese Sera. Nel 1986 scrive, con Giorgio Rossi, il suo primo libro La ragazza dei passi perduti un thriller politico di grande successo seguito due anni dopo da "La stanza delle scimmie". Abbandona, nel 1988, la carta stampata ed approda alla RAI per occuparsi di politica estera. In televisione è corrispondente fisso del Tg1 nei paesi mediorientali facendo base al Cairo e a Gerusalemme.
Copre avvenimenti di rilievo come la jihad antisovietica in Afghanistan e successivamente, nell’autunno del 1990, racconta da Baghdad la crisi degli ostaggi, prima di spostarsi a Gerusalemme in piena Guerra del Golfo (la prima) e riportare quotidianamente la caduta dei missili scud su Israele. Dopo queste esperienze al fronte diventa capo dell’Ufficio di Corrispondenza Rai da Mosca appena uscita dal comunismo (1993-1997), e in seguito ricopre lo stesso incarico prima da Londra e poi, nel 2006, da Parigi.
Torna in Italia alla fine del 2006 per dedicarsi alla Radio, perché nominato direttore del Giornale Radio Rai e Radio Rai Uno. Termina l’esperienza radiofonica nel 2009 e torna l’anno seguente in Inghilterra nella sede di corrispondenza britannica della Rai. È vincitore di molti premi di giornalismo tra i più prestigiosi e autore di diversi libri: Dio ci salvi dagli inglesi… o no!? (2006), Com’è dolce Parigi …o no!? (2007), Gli italiani la sanno lunga… o no!?(2008), Papaveri&Papere (2009), I Granduchi di Soldonia (2009), C'era una volta in Italia (2010), e l'ultimo, La classe non è acqua (2011).
La sua ultima fatica C’era una volta in Italia. In viaggio fra patrioti, briganti e principesse nei giorni dell’Unità è un testo che evidenzia la complessità diffusa di quelle vicende che segnarono la nostra storia. Un libro che non prende posizioni ma pone, invece, degli interrogativi tutt’ora aperti. Come è nata veramente l’Italia? Qual è il suo vero volto? Una narrazione vivace tra nobildonne, pensatori, uomini d’azione e tante altre singole vicende umane.