fondazionepaoletti
15 feb 2022Tempo di lettura: 2 min
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«L’ignoranza creativa ci salverà».
Piero Formica insegna Economia della Conoscenza e rappresenta il professore che tutti vorrebbero incontrare almeno una volta nella vita. Ricco di conoscenza, generoso nel condividerla e capace di
divulgarla. I suoi non sono semplici insegnamenti ma racconti, storie che innescano il meccanismo della riflessione e della curiosità che a volte fanno anche luccicare gli occhi.
Piero Formica nasce a Genova il 29 giugno 1943. É un economista e accademico italiano, attivo nel campo dell'economia della conoscenza.
Si laurea nel 1965 all’Università di Messina.Tra il 1966 e il 1968 completa gli studi di economia internazionale presso il Centro di Bologna della Johns Hopkins University. Nei primi anni '70, è economista nella Divisione di Prospettive Economiche dell'OCSE e contribuisce a studi e ricerche comparate delle economie dei paesi membri dell’OCSE, in particolare sul mercato del lavoro e l’output gap.
Negli ultimi anni '70, con un gruppo di economisti di Cambridge diretto da Nicholas Kaldor e Wynne Godley, Piero Formica ha condotto ricerche sulle politiche economiche europee e regionali come consigliere economico del governo regionale dell'Emilia-Romagna. All'Università di Cambridge, quello stesso gruppo elaborò un manifesto pubblicato su tre quotidiani europei (The Guardian, Le Matin e Il Giorno), in cui si affermava che "le politiche europee in atto non risolveranno mai le disparità di disoccupazione che esistono all'interno della Comunità europea". Il manifesto fu firmato da Piero Formica, Francois de Lavergne, Nicholas Kaldor e Wynne Godley. Co-fndatore e creatore in quegli anni dell'Associazione italiana di scienze regionali (AISRe).
Negli anni '80 e '90 l’ttività accademica lo vede impegnato nel Regno Unito (Londra e Birmingham), nell'Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio”, dove inaugura la cattedra di economia internazionale, e presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna dove è stato anche membro del Consiglio di amministrazione per quattro anni.
Si occupa dei programmi europei per la nascita e lo sviluppo di incubatori e parchi scientifici e tecnologici. Collabora con l'European Business Network,una rete di circa 140 Business and Innovation Centres(Centri d'Impresa e Innovazione) e altre organizzazioni che sostengono lo sviluppo e la crescita di imprenditori innovativi, start-up e PMI.
Dal 1995 al 2006 è membro del comitato scientifico dell'Associazione Internazionale dei parchi scientifici (IASP), Ha fatto parte di team internazionali per la progettazione di incubatori e parchi scientifici / tecnologici (STP) in diversi paesi: Regno Unito, Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Paesi Bassi, Germania, Finlandia, Australia, Cina, Argentina, Brasile e Canada. Da quelle esperienze matura la convinzione che gli investimenti intangibili siano la chiave del successo degli incubatori e degli Science And Technology Parks (STP).
Negli anni 2000, trascorre la sua vita accademica nell'area della ricerca alla convergenza tra scienze fisiche, naturali e umane, pubblicando libri e articoli su riviste accademiche internazionali. Insegna all'università di Tartu, in Estonia, grazie al programma Marie Curie dell'Unione Europea, negli Emirati Arabi Uniti, inaugura nel 2003 la cattedra di innovazione e imprenditorialità presso gli Higher Colleges of Technology. Dal 2006 al 2009 è professore di economia della conoscenza, dell'innovazione e dell’imprenditorialità presso la Jonköping University in Svezia. Dal 2010 è Senior Research Fellow presso l'Innovation Value Institute della Maynooth University in Irlanda e professore invitato presso il Contamination Lab dell’Università degli Studi di Padova e della business school Esam di Parigi dove svolge attività di laboratorio per la sperimentazione dei processi di ideazione imprenditoriale. Scrive e collabora instancabilmente con quotidiani italiani e stranieri, come l’Harvard Business Review, La Voce di New York, Il Sole 24 Ore
A proposito di un nuovo rinascimento imprenditoriale ha dichiarato:
“Entrati nell'età dello sviluppo postindustriale, la missione da perseguire, in uno spirito di altruismo, è l'accompagnare le nuove generazioni lungo il cammino di una rinascita imprenditoriale. Supportato dalle tecnologie digitali che creano le infrastrutture della conoscenza, la cui forza di trasmissione è paragonabile a quella delle reti elettriche del primo Novecento, il crescente potere della mente umana dei giovani costruisce volontariamente il suo futuro usando la ginnastica mentale per gestire le incertezze".