Continua il nostro viaggio ricco di storie, idee e strumenti concreti nati per ispirarci e incidere con il nostro agire quotidiano sul cambiamento. Nel secondo incontro di Dialoghi sul Futuro, il Presidente Patrizio Paoletti e Hans D'Orville, ex vice direttore-generale UNESCO e oggi Senior strategic advisor and Chairman of the Advisory Committee - International Center for Creativity and Sustainable Development, si confrontano sul tema della creatività.
La domanda a cui rispondono è: come possiamo utilizzare la creatività per affrontare i problemi e vincere le grandi sfide a livello globale?
CREATIVITÀ E INTELLIGENZA EMOTIVA
Ci sarà una vita per tutti se oggi impariamo a vivere nel rispetto reciproco e del luogo che ci ospita. Ma solo dedicandoci prima al nostro mondo interiore, afferma Paoletti, possiamo imparare a comprendere meglio quello degli altri. Non ci sarà futuro se non ci educhiamo al rispetto di noi stessi, che solo in un secondo momento diventa rispetto per gli altri e per il pianeta che ci nutre e ci permette di esistere.
La vera sfida di oggi quindi, sottolinea Paoletti, è impiegare la nostra creatività per rinnovarci e ri-umanizzarci. Il primo passo creativo è sviluppare pienamente la nostra intelligenza emotiva iniziando dal dominio delle emozioni, per smettere di essere reattivi e diventare cooperativi.
Anche per D'Orville parole come cooperazione e solidarietà sono legate alla cura e alla gestione delle emozioni: collaborare, lavorare insieme, rispettarsi e creare azioni sostenibili sono azioni fondate sull’empatia e la compassione.
CREATIVITÀ E PREFIGURAZIONE
Il futuro è sempre legato alla parola innovazione. Ma quale innovazione ci serve oggi per raggiungere la pace globale, favorire l’inclusione o contrastare i cambiamenti climatici?
Per Paoletti l’innovazione più importante che ciascuno di noi può compiere è imparare a valorizzare una capacità straordinaria del cervello umano: la prefigurazione. Le ricerche neuroscientifiche in tutto il mondo hanno dimostrato come il nostro più grande alleato, il cervello appunto, lavori incessantemente per fare predizioni sul futuro.
L’atto creativo a cui siamo chiamati è utilizzare le nostre conoscenze pregresse (il passato) per prefigurare il futuro e far accadere ciò che vogliamo per i nostri figli e per le generazioni future. Solo con quest’azione auto-educativa impareremo a riconoscere gli effetti delle nostre azioni quotidiane sul domani e a migliorarci in qualsiasi momento del percorso di cambiamento. In questo senso la creatività, sottolinea anche D’Orville, è la risorsa ultima che abbiamo noi esseri umani per riorganizzare la nostra vita sociale, per stabilire la direzione verso la quale vogliamo andare.
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